La Cassazione ha deciso: controllare vestiti e amici della fidanzata è stalking. La sentenza, da festeggiare, crea un precedente.
Una sentenza della Cassazione ha stabilito che controllare i vestiti e gli amici della fidanzata è stalking. Finalmente, alcuni atteggiamenti persecutori vengono bollati come meritano: “limitativi della libertà altrui“. A far rabbrividire, però, è la difesa dell’avvocato del condannato.
Cassazione: controllare vestiti e amici della fidanzata è stalking
A gran parte delle donne, purtroppo, sarà capitato almeno una volta nella vita di avere a che fare con partner gelosi fino all’ennesima potenza. Dai vestiti allo smartphone, passando per gli amici: quanti sono ossessionati dall’altro devono avere tutto sotto controllo. Finalmente, una sentenza della Cassazione sottolinea che questi atteggiamenti non sono affatto leciti, ma vanno a limitare la libertà altrui. Nessuno può pretendere che il fidanzato o la fidanzata si metta determinati vestiti, oppure che frequenti solo alcuni amici. Comportamenti di questo tipo sono paragonabili allo stalking.
La Cassazione ha creato il precedente condannando per atti persecutori un fidanzato che pretendeva di decidere il look della sua ragazza e monitorare i suoi spostamenti. I giudici hanno sottolineato che non si tratta di “interferenze” inevitabili e innocue di coppia, tutt’altro. Hanno ribadito che non si può “certamente affermare che costituisca espressione tipica di una relazione sentimentale assumere atteggiamenti limitativi della libertà altrui“, anche se all’inizio la parte lesa può scambiarli come “manifestazioni di affetto e di attenzione“. In sostanza, il controllo dei vestiti o degli amici da parte del partner può degenerare in atti persecutori.
La difesa del condannato è da pelle d’oca
Anche se la Cassazione ha stabilito che controllare vestiti o amici alla fidanzata può essere paragonato allo stalking, la difesa dell’avvocato del condannato fa riflettere, e non poco. Il legale in questione ha sostenuto che atteggiamenti di questo tipo sono normali e “dettati dalle regole che una relazione di coppia può comportare e richiedere, essendo nella fisiologia di essa pretendere che il partner si comporti in un determinato modo, adotti un determinato stile di vita, che involga non solo il comportamento e le abitudini ma anche lo stesso modo di vestire“. Regole della relazione di coppia? Pretendere che il partener si comporti in un determinato modo? L’unica speranza è che l’avvocato in questione sia un uomo, altrimenti siamo alla frutta.
In conclusione, è bene sottolineare che la Cassazione ha sottolineato che la gelosia non si può definire una molestia, ma può trasformarsi in reato. Specialmente, quando vira verso lo stalking e “trasmoda in reiterati comportamenti tendenti a limitare la libertà dell’altra parte anche attraverso il controllo dei suoi movimenti o che di fatto incidono nella sfera altrui imponendo atteggiamenti asseritamente consoni con il rapporto di tipo sentimentale instaurato“.